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John Lennon: l’omicidio del Beatle e la linea sottile tra ammirazione e ossessione – True Crime & Music

true crime music

New York, 8 dicembre 1980: John Lennon, uno dei musicisti più famosi al mondo, ex membro dei Beatles e simbolo di pace, fu tragicamente assassinato da uno dei suoi stessi fan.


Era una notte fredda… e si consumò uno dei crimini più sconvolgenti della storia della musica. Fuori dal Dakota Building dove viveva, un uomo attese per ore con una pistola… e una copia del libro Il giovane Holden. Il suo nome era Mark David Chapman. Prima dell'omicidio, quello stesso giorno, John Lennon, gentile e ignaro di tutto, gli aveva firmato un autografo.


Quando Lennon tornò a casa con Yoko Ono quella sera, Chapman emerse dall’ombra. Sparò cinque volte e quattro proiettili colpirono John. In pochi minuti, la voce della pace nel mondo si spense. Aveva solo 40 anni. Chapman affermò che il libro gli aveva detto di farlo. Chiamò Lennon un “falso”. Ma nessuno riuscì a capire come un fan potesse uccidere l’uomo che ammirava.


Non contestò le accuse. Chapman si dichiarò colpevole… e si trova ancora dietro le sbarre oggi. Le ultime parole di John Lennon? Sconosciute. Ma il suo messaggio continua a risuonare: “Imagine all the people living life in peace”.


È un’ulteriore prova di quanto sia sottile la linea tra ammirazione e ossessione verso il proprio artista preferito e di come questo possa sfociare in una tragedia, in un vero crimine.



 
 
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