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Ele A e il futuro del rap

Aggiornamento: 30 mag

ele a

Ele A è una di quelle artiste che non passano inosservate. Classe 2002, nei suoi brani è riuscita a costruire un immaginario personale e riconoscibile fatto di suoni elettronici, testi viscerali e un’estetica che unisce rabbia e vulnerabilità. 

Ele A: una visione sonora fuori dagli schemi

La sua musica si muove in uno spazio ibrido tra rap, urban e sperimentazione. Non rientra in una categoria precisa, e forse è proprio questo il punto: il fatto che si approcci al pubblico come un’artista versatile. Il suo primo progetto è ZERODUE DEMO (2022), un EP ruvido e istintivo dove si sentono già le coordinate del suo mondo: basi glitchate, testi crudi, voce distorta e una scrittura che non ha paura di mostrare il disagio, la rabbia, il desiderio, concretizzandosi in un lavoro che ha qualcosa di brutale e spontaneo. 


Segue GLOBO (2023) in cui Ele A amplia il raggio e alza l’ambizione. Il titolo stesso richiama l’idea di mondo, di massa sferica che ingloba, ingloba tutto: il corpo, i sentimenti, la voce. I brani si fanno più stratificati e potenti, eppure c’è ancora spazio per testi intimi e taglienti. Qui nasce davvero il contrasto che definisce il suo stile, con un continuo oscillare tra attrazione e repulsione, tra energia fisica e smarrimento emotivo.


Il 2024 è l’anno dell’EP Acqua, e qui Ele A cambia ancora pelle: l’acqua è liquida, è profonda, è instabile come la sua voce, che in questo progetto si fa più morbida, più riflessiva, ma non per questo meno intensa. In Acqua, Ele A non abbandona la sua anima glitch, ma la diluisce in ambienti più eterei, risultando in un lavoro che mostra maturità, e insieme una vulnerabilità nuova.



Quello che colpisce nel percorso di Ele A è la coerenza nel cambiamento. Ogni EP è diverso, ma tutti raccontano una stessa tensione: quella tra il bisogno di esporsi e quello di sparire, tra l’ipervisibilità del corpo e l’invisibilità dell’interiorità. Ma Ele A non è solo suono, è anche immagine, gesto, presenza scenica. I suoi videoclip, le grafiche, le foto, tutto partecipa a una costruzione del sé che è insieme personale e glitchata. È un progetto artistico a tutto tondo, che vive pienamente nel presente ma guarda sempre un passo avanti.


Ele A per la sua carriera sceglie il movimento, l’imperfezione, lo squilibrio. E forse è proprio per questo che funziona, perché non cerca mai di piacere, ma di dire qualcosa a modo suo, con suoni che sanno accarezzare e spaccare, con un’identità che non si lascia mai afferrare del tutto, ed è proprio lì che colpisce.


Ele A sarà ospite dello Sherwood Festival 2025, potete comprare i biglietti qui.

Potete ascoltare la sua musica qui:




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