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Intervista a Brigida: la carriera di una cantante indipendente fra Italia e Spagna


Dall'Abruzzo a Madrid, Brigida è una cantautrice italiana che si è formata fra il Condervatorio e il C.E.T. di Mogol e sta conquistando sia il pubblico italiano che quello spagnolo. In questa intervista ci parla di come si trova a Madrid, del processo creativo dietro la sua nuova canzone Maggio e di come trasforma le contraddizioni che la ispirano in canzoni che riflettono il suo mondo con naturalezza e autenticità.


Buona lettura!


La tua ultima canzone, Maggio, è uscita da poco in una versione live. Com’è stato il processo creativo, sia della canzone che del video? Cosa ti ha ispirato?

Maggio è una canzone che nasce da una storia vera, vissuta a Madrid durante il mio Erasmus. Parla di una connessione speciale che, purtroppo, non si è mai trasformata in un sentimento più profondo. L'ho scritta in un pomeriggio di primavera, dopo aver visto una coppia di anziani seduta su una panchina, immersa in un tramonto. In quel momento mi sono chiesta: “chissà dove saremmo, se oltre le rose maggio ci regalasse anche il coraggio di amarci.” Credo che l’essere combattuti fra la continua ricerca di un partner e la difficoltà poi nell’impegnarsi seriamente in relazioni stabili sia un conflitto interiore tipico di molte persone appartenenti alla nostra generazione.


A volte ci ritroviamo l’oro fra le mani e non siamo capaci di prendercene cura. Oppure a volte è solo idealizzazione, ma comunque non lo scopriremo mai, perché ci arrendiamo prima di buttarci. Preferiamo rimanere in superficie, lasciare tutto in sospeso, negandoci la possibilità di scoprire se alla fine in quegli abissi si nasconde un tesoro. Credo siano dinamiche molto comuni nella società odierna in cui predomina l’amore “liquido”, come descrive bene il filosofo Bauman.


Proprio per l’attualità dell’argomento ho scelto di pubblicare Maggio qualche mese dopo averla composta, senza produzione, piano e voce così com’è nata: volevo rendere protagonista il testo e allo stesso tempo restituire la magia del live. Il video infatti fa parte di un concerto privato organizzato per festeggiare il mio primo anno a Madrid. I videomaker hanno curato ogni dettaglio della location per creare un’atmosfera intima e delicata che incorniciasse la mia musica e sono riusciti a catturare perfettamente l’emozione di cantare per la prima volta il brano davanti a un pubblico.


Sei italiana ma vivi a Madrid. Quali sono le principali similitudini e/o differenze che noti tra le scene musicali di entrambi i paesi, specialmente in quanto cantante indipendente?

Fare esperienza all’estero è sempre stato un mio desiderio e dopo la laurea in conservatorio non potevo lasciarmi scappare l’opportunità di fare un tirocinio Erasmus: sarei dovuta rimanere a Madrid per soli sei mesi, il fatto che questo periodo si prolungasse così tanto non era programmato! Questa città è una continua sorpresa, mi ha accolta con un entusiasmo e un affetto che non mi sarei mai aspettata.


Da subito ho cominciato a frequentare open mic e jam session per conoscere la vivace scena musicale della capitale e, nemmeno due mesi dopo dal mio arrivo, ho dato il mio primo concerto in terra spagnola. La curiosità, la vivacità culturale e l’apertura mentale sono state per me una vera e propria boccata d’aria fresca, ciò che nel piccolo paese dove sono cresciuta mi è sempre mancato e sono andata a cercare altrove. Grazie a queste differenze ho l’impressione che qui anche un progetto indipendente, con tutte le difficoltà del caso, possa avere maggiori opportunità di crescita; rispetto all’Italia ci sono più spazi a disposizione per suonare dal vivo e molte più occasioni per rafforzare il senso di comunità fra artisti.


D’altro canto, credo che le due scene musicali siano simili sotto molti altri aspetti, positivi e negativi: per esempio, mi piace molto il fatto che i cantautori curino molto i testi delle canzoni, per via della grande tradizione letteraria che accomuna entrambi i Paesi. Ma al tempo stesso vedo che anche qui c’è ancora tanta strada da fare riguardo la tutela dei diritti del musicista.


Questo mix di culture ha influenzato la tua musica?

Credo di sì e ne sono felice, perché uno degli obiettivi di trasferirsi era proprio quello di conoscere nuova musica e lasciarsi contaminare da nuove influenze. Da quando mi sono trasferita ho iniziato ad ascoltare tanti artisti della scena spagnola e latina: la classe e l’eleganza di cantautrici come Natalia Lafourcade, Silvana Estrada e Valeria Castro sono una grande fonte d’ispirazione per me, ma adoro anche la grinta e l’ironia di Nathy Peluso. Mi piacciono le atmosfere sognanti dei Bandalos Chinos e le originali produzioni di Juan Pablo Vega e Vic Mirallas. Il mix culturale è una grande ricchezza!


Quale canzone italiana consiglieresti di ascoltare agli spagnoli e quale canzone spagnola consiglieresti invece agli italiani?

Per gli spagnoli sceglierei di farli ballare sulle note di Cosmo. Agli italiani invece consiglierei senza dubbio Qué bello es vivir, un inno alla vita che considero una delle mie canzoni preferite in assoluto: incredibile come El Kanka sia capace di trasmetterti gioia dalle prime battute!


Quali sono gli artisti che ti ispirano di più?

Domanda difficile! Ne ho molti, perché sin da piccola mi nutro di tanta musica e, proprio come a tavola, mi piace variare. Sono cresciuta con Elisa Toffoli e Adele, miei grandi punti di riferimento da sempre. Con il tempo ho scoperto il cantautorato italiano, innamorandomi di Dalla, Tenco, Pino Daniele, Vecchioni… Fra i contemporanei invece Niccolò Fabi e Daniele Silvestri sono i miei preferiti. Lo studio del jazz mi ha fatto appassionare anche al soul e all’R&B, e nutro una sconfinata ammirazione per artisti come Amy Winehouse, Bruno Mars e Raye, che sono riusciti a portare queste sonorità nel mondo del pop mainstream.


In quanto donna hai mai notato delle differenze nell’industria musicale?

Sicuramente c’è un gender gap nel lato più tecnico della musica come la produzione, ma la scena delle cantautrici in realtà trovo che sia vasta e piena di talento! Noto purtroppo che da sempre attorno alle donne però c’è più pressione, non si tratta solo di quanto sei brava a fare quello che fai ma anche di come appari: rispetto ai colleghi uomini, l’estetica è molto più importante. Inoltre noto che facciamo più fatica ad avere visibilità, spesso si parte prevenuti con il cantautorato femminile partendo con il pregiudizio che sia noioso, smielato o classico nel migliore dei casi.


Se dovessi suggerire un luogo o una situazione in cui ascoltare la tua musica, quale sceglieresti e perché?

Sceglierei una spiaggia all’ora del tramonto, perché si adatta bene ai diversi mood delle mie canzoni: potrebbe essere l’atmosfera perfetta per ballare con una birretta in mano attorno a un falò i brani più allegri o per contemplare il mare lasciando che in quell’atmosfera speciale le canzoni più malinconiche evochino suggestioni e ricordi.


Quale delle tue canzoni consiglieresti a qualcuno che non ti ha mai ascoltata prima?

Consiglierei di ascoltare La La Land, una romantica ballad sulla nostalgia evocata da un incontro inaspettato. La prima parte del testo è intrisa di malinconia; nella seconda invece prevalgono la gratitudine di aver vissuto un sentimento autentico e la speranza di aver lasciato all’altra persona un bel ricordo, di quelli che spezzano la voce per la commozione e disegnano un sorriso… Proprio come riesce a fare l’ultima scena dell’omonimo film. Sono particolarmente legata a questo brano, perché scriverlo mi ha permesso di trovare un risvolto costruttivo a una situazione dolorosa e credo che la musica riesca a portare sempre un po’ di luce, anche nei momenti bui.


Quali sono i tuoi progetti futuri?

Scrivere, produrre e fare concerti! Probabilmente il 2026 sarà l’anno del mio primo EP e voglio farlo ascoltare a più persone possibili, sia qui in Spagna sia in Italia. Da sempre il live è il mio momento preferito perché in quel contesto cade ogni sovrastruttura, non contano i numeri che tanto si rincorrono oggi e l’artista si mette a nudo con la propria anima sul palco. Amo poter guardare negli occhi le persone che ti stanno ascoltando per capire le emozioni che la musica sta suscitando, raccontare la storia dietro un brano e ridere, scherzare, emozionarsi insieme. E a proposito di concerti, colgo l’occasione per invitarvi al mio prossimo concerto venerdì 5 dicembre al Libertad8 di Chueca! Canterò i brani che faranno parte dell’EP, altri freschi di composizione e ci saranno ospiti a rendere l’evento ancora più speciale. Vi aspetto!


Potete seguire Brigida qui e ascoltarla qui:





 
 
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