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Intervista ad Alessandra Mele: il nuovo EP Peperoncina, la sua identità italo-norvegese e il suo "The Queen Is Back Tour"

alessandra peperoncina

Domenica 16 novembre noi di Mediterranean Girls in Music abbiamo avuto il piacere di intervistare Alessandra Mele a Milano, proprio nel giorno in cui è partito il suo The Queen is Back Tour: Abbiamo seguito il soundcheck, vissuto l’atmosfera del backstage, fatto l'intervista e poi ci siamo immerse nel suo concerto, un’esperienza che ci ha permesso di coglierla da vicino oltre il palcoscenico.


Alessandra è tenace e audace, e questa energia la senti tutta nella sua musica: potente, diretta e capace di arrivare al cuore. Cresciuta in Italia e poi trasferitasi in Norvegia, nell’intervista ci ha parlato anche del suo ultimo EP Peperoncina uscito venerdì 14, un progetto che racconta le due anime che definiscono il suo carattere artistico: quella “peperoncina”, vivace e incisiva, e quella più vulnerabile. Abbiamo trovato un’Alessandra genuina, disponibile e sincera nel condividere ciò che per lei conta davvero. Dopo il successo all’Eurovision 2023, la cantante italo norvegese continua a conquistare il pubblico sia in Italia che in Europa, come dimostrano le numerose date del tour già annunciate.


L'intervista è anche disponibile in formato video sul nostro Instagram, potete vederla qui. Buona Lettura!


Venerdì è uscito Peperoncina, il tuo nuovo EP. Com’è stato il processo creativo e a cosa ti sei ispirata?

Allora, per il titolo mi sono ovviamente ispirata al nome italiano peperoncino. Però mi hanno anche sempre chiamato Peperoncina, nel senso che mi è stato dato il carattere da peperoncina. Sì, significa quello che significa, ma poi è anche il fatto di accettare quella parte un po’ più vulnerabile di sé che magari, quando si è peperoncina, non si fa molto spesso. Not That Deep, Non Stop e Queen Almighty fanno tutte parte del processo però Peperoncina  come titolo e come concetto sono nati con le canzoni, non prima.



Se dovessi descrivere Peperoncina in tre parole, quali sceglieresti?

Direi: piccante, forte e vulnerabile!


Quali sono le differenze o le somiglianze principali che hai notato tra l’industria musicale italiana e quella norvegese?

Quella norvegese forse è un po’ più aperta ad accogliere artisti nuovi, mentre invece magari in quella italiana ho sentito un po’ meno questa apertura.


Essendo l’industria musicale a prevalenza maschile, secondo te ci sono ancora discriminazioni di genere sia in Italia che in Norvegia?

Sono stata qualche settimana fa a un evento di Spotify Equal, proprio per avere l’equità… si dice? Perdi un pochettino di italiano quando vivi talmente tanto in Norvegia!


Sì, si dice, tranquilla, Il tuo italiano è ancora fortissimo!

Parlando proprio dell’uguaglianza che dovrebbe esserci, comunque è migliorata tantissimo la situazione riguardo la posizione che ha l’uomo e quella che ha la donna nell’ambito musicale, ovviamente c’è ancora un work in progress, come dici tu c’è ancora parecchia strada da fare. In Norvegia sento che probabilmente parecchi passi avanti li hanno fatti. In Italia non ho abbastanza conoscenza da poter dare una risposta obiettiva, quindi non saprei. Però comunque in Norvegia, nel mio ambito, posso dire che è migliorata tantissimo. Ovviamente ci sono ancora passi da fare, però comunque è migliorata.


Qual è tra le canzoni che hai fatto tu quella che ti piace di più?

Devo dire che Marameo comunque mi piace anche perché mi fa cantare in italiano e non è una cosa che mi sono data la possibilità di fare spesso, che poi vorrei farla di più. Quindi essendo Marameo una delle poche canzoni in italiano, mi fa molto piacere cantarla!



Nel nuovo EP unisci la tua parte norvegese e la tua parte italiana. Come convivi con questi due mondi?

La mia italianità sarà sempre una parte di me, mai se ne andrà via. E ne sono troppo fiera, grata proprio.


Quale canzone italiana consiglieresti ai norvegesi e quale canzone norvegese consiglieresti invece agli italiani?

Ai norvegesi direi assolutamente Mina e Lucio Dalla. Sarebbe divertente mostrargli Brava di Mina. Invece per quanto riguarda la musica norvegese in Italia direi una cosa che si chiama russemusikk. È la musica che ascoltano un mese prima dell’ultimo anno di scuola alle superiori: c’è proprio un mese in cui loro fanno festa, festa, festa e ascoltano questa russemusikk dentro ai pullman che noleggiano per un mese. Costano tantissimo, circa 200 mila euro, e dal primo anno di superiori (che durano tre anni in Norvegia) loro ascoltano questa musica.


Un artista con cui ti piacerebbe duettare?

Io sogno sempre in grande..


Perché no? 

Perché no, assolutamente perché no! L’artista che adesso comunque mi tocca il cuore in una maniera incredibile è Rosalía.


In bocca al lupo e te lo auguro.

Grazie!


Il concerto è stato davvero straordinario. Alessandra ha riempito ogni angolo del Circolo Magnolia con la sua presenza scenica e una voce che dominava la sala senza il minimo sforzo. Impossibile non notare il suo modo di stare con il pubblico: niente barriere, niente distanza. Si è mescolata tra le persone con una naturalezza rara e ha regalato un’esibizione intensa, vera e soprattutto profondamente umana, un atteggiamento che non tutti gli artisti scelgono di avere.


Il suo talento è evidente e, a dirlo sinceramente, sembra solo l’inizio di un percorso destinato a crescere ancora. La sua esperienza si percepisce in ogni nota e la sicurezza con cui domina il palco lascia immaginare un futuro pieno di traguardi importanti. Chissà… magari anche un feat con Rosalía, uno di quelli pronti a infiammare tutte le piattaforme musicali!


Potete seguire Alessandra qui e ascoltare Peperoncina qui:



 
 
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