Intervista ad Arianna Bartolozzi Bellantuono, fondatrice di Mediterranean Girls In Music e business professional
- Dunya Fadili
- 19 giu
- Tempo di lettura: 6 min
Aggiornamento: 20 giu

Oggi abbiamo il piacere di intervistare Arianna Bartolozzi Bellantuono, fondatrice di Mediterranean Girls In Music (MGIM) e business professional. Volevamo portarvi un po' nel mondo di MGIM parlandovi del nostro approccio del nostro team, del nostro progetto e dell'industria musicale che sappiamo che interessare molto alla nostra community, e non c'è modo migliore per farlo se non con un'intervista alla nostra fondatrice principale. Arianna è una giovane professionista italiana specializzata in business e management con una specializzazione nelle industrie creative (specialmente in quella musicale) ma la sua esperienza e le sue passioni abbracciano anche altri campi. Oltre a MGIM, attualmente lavora anche nel campo del business intelligence in una compagnia internazionale, il che le permette di mette in pratica le sue competenze strategiche, analitiche e creative anche in un altro settore. In questa intervista parliamo del suo percorso, dell’idea da cui è nato MGIM, della visione che lo guida e del dell’industria musicale odierna, il tutto accompagnato da alcuni preziosi consigli. Buona lettura!
Puoi raccontarci un po’ del tuo background e del percorso che ti ha portato a creare Mediterranean Girls in Music?
Sì, certo. Mediterranean Girls In Music è un progetto nato poco più di un anno fa da una mia idea e, quando ho avuto la possibilità di farlo diventare realtà, Dunya Fadili (che tra l’altro sei proprio tu che mi stai intervistando ahah) mi è sembrata la persona più adatta con cui iniziarlo, quindi l’ho coinvolta subito: rappresenta una parte importante di questo progetto. Questa stima reciproca rappresenta sia noi sia il modo in cui collaboriamo. MGIM nasce dalla volontà di preservare e promuovere la cultura musicale dei paesi mediterranei e l'operato delle donne. Oggi coordiniamo un team internazionale di ragazze con esperienze diverse ma con lo stesso entusiasmo per la musica.
Per quanto riguarda me il mio background unisce business, management, diritto d'autore interazionale e il settore culturale e creativo, in particolare quello del music business. Sono italiana ma ho conseguito laurea, master e laurea magistrale nel Regno Unito. Ho esperienza in compagnie musicali ma anche in altri campi. Oltre a Mediterranean Girls in Music sto lavorando in una compagnia americana nel settore del business intelligence e anche lì metto insieme le mie competenze strategiche, analitiche e creative. È un lavoro molto stimolante di cui sono fiera.
Qual è stata l’ispirazione dietro Mediterranean Girls in Music?
Sicuramente l’idea è nata da un "bisogno" reale. Non perché pensiamo che la musica vada giudicata in base al genere di una persona, ci mancherebbe: la musica è talento, creatività, lavoro, passione. Però è anche vero che, come tanti altri ambiti, l’industria musicale è ancora molto dominata dagli uomini. Non è un’opinione, è un dato di fatto, e questo è confermato da diversi studi e ricerche in materia. Noi volevamo creare uno spazio che fosse sia informativo che formativo: un magazine ma anche un progetto più ampio. Scriviamo articoli, recensioni e interviste ma condividiamo anche contenuti che possano essere utili a chi vuole entrare nell’industria musicale o a chi già ci lavora e vuole far parte di una community, il tutto in italiano, inglese e spagnolo. Le due cose sono bilanciate fra il nostro sito che ha contenuti più lunghi e il nostro profilo Instagram che invece ha contenuti più immediati.
Non ci interessano i numeri o le metriche superficiali che spesso dominano il mondo dei social. Mediterranean Girls in Music non è una pagina Instagram, è un sito web con contenuti approfonditi e curati. Il nostro obiettivo è la qualità, non la quantità. Preferiamo offrire fatti concreti, analisi e supporto reale a chi vuole conoscere o lavorare nell’industria musicale, insieme a contenuti più leggeri ma sempre nella nostra linea editoriale. Ci interessano i fatti e la sostanza.
In più siamo l’unica piattaforma che si occupa di musica mediterranea: spesso si parla di più di musica internazionale, soprattutto anglofona (anche se gli studi mostrano che l’interesse verso la musica in altre lingue sta crescendo). Come ho detto prima, noi riteniamo fondamentale preservare e promuovere la cultura musicale dei paesi mediterranei.
Come ti aiuta la tua formazione multidisciplinare a vedere il settore creativo e musicale da una prospettiva più ampia?
Penso che il fatto di aver studiato materie generali come business e management, oltre alla specializzazione nelle industrie creative e nell'industria musicale, mi abbia dato una prospettiva completa e consapevole e mi abbia anche aperto molte più porte a livello lavorativo. Io ho tanti altri interessi oltre alla musica e grazie al mio percorso posso lavorare in tutti i settori che mi interessano.
So come funziona un progetto dal punto di vista economico, strategico e culturale e questo mi aiuta a capire non solo come gestirlo ma anche come valorizzarlo e comunicarlo. Sono molto interessata anche alla parte analitica, mi piace analizzare i dati, fare ricerca, studiare. Sono cose che magari sembrano un po' da secchiona ma in realtà per me sono strumenti fondamentali. Allo stesso tempo però ho bisogno di essere creativa, mi piace inventare, progettare, sperimentare. Penso che oggi la contaminazione tra settori sia un valore aggiunto.
In che modo business e industria musicale si sovrappongono secondo te?
Spesso si pensa alla musica come a un mondo creativo e artistico ma è anche una vera e propria industria economica, strutturata e complessa. Come in un ospedale ci sono ruoli molto diversi come medici, infermieri, tecnici, vigilanza e così via, altrettanta varietà esiste nel music business. Dire “lavoro nella musica” significa solo indicare il luogo ma poi bisogna capire in quale ruolo si vuole operare. E per ciascun ruolo servono competenze specifiche. Lavorare nell’industria musicale può voler dire occuparsi di business, di management d’impresa, di comunicazione, di strategia, dell'ambito legale, del management artistico e di molti altri ambiti, persino nel settore sanitario come nel caso della musicoterapia. A meno che non si svolga un’attività più “pratica”, come quella di cantante, produttore o musicista che sono ovviamente strettamente legate alla musica.
C’è un progetto di MGIM di cui sei particolarmente orgogliosa?
Ce ne sono tanti, davvero. Ogni volta che lavoriamo a qualcosa di nuovo lo facciamo in primis perché ci piace. Non facciamo nulla tanto per fare. Ma se dovessi scegliere uno dei momenti più belli di questo progetto, sicuramente direi Sanremo. Essere lì, viverlo da dentro, fare interviste... è stato divertente ma anche formativo.
Un altro traguardo di cui sono particolarmente fiera riguarda Spotify for Artists che ha aggiunto “Mediterranean” come categoria culturale quando un artista carica la sua musica. Noi abbiamo sempre evidenziato e celebrato la musica mediterranea e il suo ricco impatto culturale e vederla riconosciuta da una piattaforma così conosciuta è un enorme passo avanti. La cultura mediterranea è tra le più antiche al mondo ed è davvero bello vedere che i grandi player digitali iniziano finalmente ad abbracciare i suoni regionali. In quanto unica piattaforma internazionale specializzata nella musica mediterranea, ci piace pensare di aver contribuito anche noi a questa importante aggiunta.
E poi è sempre bello ricevere messaggi da chi ci ringrazia per un consiglio o perché abbiamo parlato della sua musica. Lo stesso succede con altri blog, progetti musicali, uffici stampa o etichette con cui abbiamo stabilito partnership o collaborazioni.
Che consiglio daresti a chi vuole lavorare nel settore musicale?
Io consiglio sempre di partire da ciò che vi dicevo prima: capite quale lavoro vi interessa di più e costruite su quello il vostro percorso. Studiate, studiate, studiate. C’è concorrenza, è vero, ma si nota subito la differenza tra chi ha un interesse effimero e chi è davvero preparato e appassionato.
Il secondo consiglio è non cercare scorciatoie. Lo so che a volte sembra che basti aprire un profilo social e postare due cose ma non è così che si costruisce una carriera solida. Lavorare in questo settore richiede pazienza, determinazione e molta più professionalità di quanto spesso si pensi. E anche tanto rispetto per il lavoro degli altri.
E poi non tiratevela. Questo settore è pieno di persone che se la tirano ma questo dimostra soltanto la loro pochezza. Non vale solo per la musica, ma per tutti i lavori e per tutte le persone. Chi è realmente sicuro di sé non se la tira e non è invidioso ma anzi, è disposto ad aiutarvi e a fornirvi quel consiglio in più con un sorriso. Fortunatamente non sono tutti così antipatici!
Se potessi consigliare una canzone ai lettori oggi quale sarebbe?
Che domanda difficile! Ce ne sono tante ma per questa occasione scelgo We Can't Stop di Miley Cyrus perché esprime perfettamente una cosa in cui ho sempre creduto: vivere liberamente e ignorare il giudizio altrui: you are powerful!
Potete seguire Mediterranean Girls In Music qui e ascoltare la canzone suggerita da Arianna Bartolozzi Bellantuono qui: