"Sincerely," è il nuovo album di Kali Uchis
- Chiara Sassi
- 6 ore fa
- Tempo di lettura: 4 min

Sincerely, il nuovo album di Kali Uchis, è ora disponibile su tutte le piattaforme digitali.
Dagli esordi alternative R&B di Por Vida fino ai trionfi di Sin Miedo (del Amor y Otros Demonios) e Orquídeas, Kali Uchis ha sempre abitato territori in bilico tra sensualità e malinconia, tra inglese e spagnolo, tra suoni vintage e atmosfere contemporanee.
Sincerely, di Kali Uchis: un album che segna un nuovo inizio
Artista dalla visione estetica chiarissima, nel corso degli anni Kali è riuscita a costruire un universo sonoro riconoscibile che mescola influenze soul, pop, reggaetón, bolero e psichedelia. Se Isolation (2018) ha segnato il suo debutto ufficiale nel mondo anglofono e Sin Miedo l’ha consacrata come nuova voce latina internazionale, Sincerely arriva come un gesto di rottura e insieme di raccoglimento.
Pubblicato il 9 maggio 2025, Sincerely è il quinto album in studio di Kali Uchis e il primo completamente in inglese dopo alcuni anni. Ma non è solo una questione linguistica: questo lavoro segna un cambio di passo netto rispetto alle vibrazioni solari e seducenti del precedente Orquídeas. Qui, Kali si spoglia dei virtuosismi, delle collaborazioni e delle hit da playlist, e sceglie invece il silenzio tra le note, la delicatezza, la confessione.
Il titolo è eloquente e Sincerely è una raccolta di lettere, un diario in musica in cui l’artista racconta alcuni dei momenti più intensi e vulnerabili della sua vita recente, in cui la nascita del suo primo figlio e la perdita della madre sono i due poli emotivi attorno a cui ruotano le 14 tracce del disco: esperienze estreme, opposte eppure legate da un filo comune, ossia quello della trasformazione.
Fin dalla traccia d’apertura, Heaven Is a Home..., ci si immerge in un’atmosfera ovattata, quasi ultraterrena, in cui le produzioni sono ridotte all’essenziale, con suoni che richiamano il soul anni ’70, cori gospel e note R&B che avvolgono senza mai invadere. È un disco che si prende il suo tempo, che non rincorre i trend ma si rivolge a un ascolto lento, contemplativo.
Tra i brani che colpiscono fin dal primo ascolto c’è Sugar! Honey! Love!, una dolce dichiarazione d’affetto costruita su una melodia avvolgente, con un arrangiamento vellutato e un ritmo lento ma coinvolgente; è uno dei pochi momenti del disco in cui si percepisce una leggera apertura verso l’esterno. Il ritornello ha qualcosa di ipnotico, e la voce di Kali si fa tenera, quasi materna.
Daggers! invece introduce una tensione sotterranea che spezza la calma apparente dell’album. Il testo ruota intorno a una relazione piena di ambiguità e frustrazione, ed è una delle tracce più incisive anche dal punto di vista della scrittura: l’immagine delle lame, più emotive che fisiche, evoca una vulnerabilità che non cerca protezione, ma comprensione.
Lose My Cool è uno dei brani più lunghi e meglio costruiti del disco. Qui, Kali si abbandona a una confessione su quanto sia difficile mantenere l’equilibrio emotivo in una relazione intensa. La produzione è minimale, quasi rarefatta, e lascia tutto lo spazio alla voce, che si muove tra melodia e parlato, tra canto e sospiri. È uno dei momenti più meditativi dell’album, da ascoltare in cuffia, in solitudine.
C’è poi Territorial, che gioca con l’ambivalenza tra desiderio e controllo, e riflette sul bisogno di affermare uno spazio personale anche all’interno dell’intimità. La voce della cantante è sussurrata, quasi trattenuta, e la base resta in secondo piano, quasi a sottolineare quanto il senso del pezzo risieda tutto nelle parole e nell’interpretazione. Altri brani, come All I Can Say e ILYSMIH, parlano d’amore in maniera cruda e viscerale, abbandonando ogni idealizzazione. Non sono canzoni costruite per colpire al primo ascolto, ma hanno una delicatezza che si rivela solo col tempo, come le cose più sincere.
Sunshine & Rain... è forse la traccia più toccante del disco, non tanto per la melodia, quanto per la presenza della voce campionata della madre di Kali, che aggiunge un peso emotivo immediato. È un modo potente e silenzioso per elaborare il lutto, e per portare la presenza della madre dentro al disco, rendendola parte attiva della narrazione. L’intero progetto è privo di collaborazioni e questa scelta contribuisce a rafforzare l’idea di un lavoro profondamente personale, in cui Kali costruisce un mondo musicale introverso ma coeso, che si regge soprattutto sulla sua voce: calda, morbida, a tratti sussurrata, sempre al centro.
A livello dinamico l’album potrebbe risultare meno variegato rispetto ai precedenti perché alcuni brani tendono ad assomigliarsi e chi ama la Kali più ritmica o provocatoria potrebbe percepire questo progetto come monocorde. Ma sarebbe un errore misurare Sincerely con lo stesso metro di Orquídeas o Sin Miedo: qui il punto non è stupire, ma raccontare, e Kali lo fa in modo sincero, con una voce che accoglie e cura, senza mai alzare il tono.
Sincerely è un disco che si prende cura dell’ascoltatore, quasi quanto dell’artista stessa, un lavoro che ha il coraggio di rallentare, di scavare e di mostrarsi fragile. Non è un album per tutti ma è un album che ha molto da dire a chi è disposto ad ascoltarlo davvero.
Puoi sentire Sincerely, di Kali Uchis qui: