Tutta l’Italia di Gabry Ponte: una canzone che sa di casa (anche all'Eurovision)
- Arianna Bartolozzi Bellantuono
- 8 mag
- Tempo di lettura: 2 min

Perché Tutta l’Italia di Gabry Ponte ti resta in testa dopo un solo ascolto? Forse è il ritmo, forse è il tono scanzonato o forse, solo forse, è perché dice la verità. Non la versione perfetta e levigata di ciò che siamo ma quella rumorosa, adorabile, splendidamente imperfetta, quella vera.
Tutta l’Italia di Gabry Ponte: il suo vero significato
Gabry Ponte non scherza. Ci mette davanti spaghetti, vino e Padre Nostro. Fa notare che la Gioconda sorride, sì, ma sta a Parigi anche se rimarrà sempre italiana. E in quelle poche righe riesce a fare ciò che mille discorsi politici non riescono nemmeno a sfiorare: cattura la sensazione di essere italiani.
Sì, ci sono stereotipi ma... sono sbagliati? Non siamo forse il Paese che trasforma il pranzo in un rito e il caos in fascino? Il luogo dove le contraddizioni convivono e, in qualche modo, funzionano? Dove accendiamo candele in chiesa e cinque minuti dopo imprechiamo nel traffico? Dove sappiamo ridere di noi stessi a voce alta e, allo stesso tempo, portare addosso secoli di cultura?
Ecco il punto: noi possiamo dirlo perché siamo italiani. Possiamo guardare gli stereotipi e sorridere. Possiamo prenderci in giro senza perdere dignità. Sappiamo cosa è reale e cosa è esagerato e siamo abbastanza intelligenti da distinguere una cosa dall'altra. Quindi quando la canzone dice: “Siamo dei bravi ragazzi, a posto”, annuiamo perché lo capiamo. Siamo anche un po’ un casino ed è proprio questo il bello.
Abbiamo questo ritmo nel sangue: è nel modo in cui parliamo, in cui ci muoviamo, in cui viviamo. È nella nostra musica, nel nostro cibo, nei nostri gesti. Quel battito vivace, imprevedibile, sincero è ciò che rende una canzone come questa qualcosa che sentiamo nostra già prima del primo ritornello.
E se il mondo ci ama per tutto questo, se qualcuno dalla Spagna scrive “12 punti da noi”, se una ragazza francese dice che il suo cuore è con l’Italia forse è perché quei cliché raccontano una storia in cui le persone vogliono credere. Forse vedono in noi un calore, un disordine, una bellezza che ricordano qualcosa che hanno perso o qualcosa che desiderano avere.
Tutta l’Italia non ha bisogno di dimostrare nulla. Arriva semplicemente con un sorriso, un bicchiere di vino rosso e una melodia che sa di casa.
Puoi ascoltare Tutta l’Italia di Gabry Ponte qui: